Venerdì 3 giugno alle ore 19, presso le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, inaugura 

ANTONIO FREILES. La ripetizione differente – opere dagli anni ‘70 ad oggi. 

 

Una mostra antologica dedicata all’artista messinese, panoramica delle sue più significative creazioni, dai grandi olii su tela apparentemente monocromatici degli anni Settanta, alle celebri Chartae realizzate a mano, agli Eminentia, sino al ritorno alla tela degli ultimi anni.

 

La mostra, curata da Franco Fanelli e Willy Montini, sarà aperta al pubblico a partire da sabato 4 giugno, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sino a domenica 17 luglio.

Nel corso della serata inaugurale sarà presentato il prezioso catalogo monografico dedicato all’artista, edito da Umberto Allemandi & C., con testi dei curatori Franco Fanelli e Willy Montini.

 

La ripetizione differente è uno dei principali stilemi della pittura aniconica: individuato un segno, un grafema, una cifra, esso riappare, tela dopo tela, carta dopo carta, in molteplici varianti, in infinite combinazioni, simili ma mai uguali, secondo la percezione e la coscienza dell’artista.

Così è l’arte di Antonio Freiles, in un continuo e serrato dialogo tra la fisicità dei materiali e delle tecniche, e l’immaterialità dell’elaborazione concettuale di ritmi e forme. Il rapporto con la materia è affidato, soprattutto, alle Chartae, realizzate a mano in polpa di cellulosa amalgamata a coloranti industriali.

Gli olii su tela degli anni Settanta prevedono invece stesure lisce, apparentemente monocromatiche, dalle tonalità accese, brillanti, riscaldate da una luce che conferisce lirismo e profondità. Dalla metà degli anni Ottanta fino ad oggi, la tela si arricchisce di nuovi segni che si sovrappongono al colore, grazie alla grafite, che disegna strutture, geometrie, architetture definite ed al contempo lontane.

Centrale, nell’opera di Freiles, è infine il libro d’artista, tra cui la celebre serie degli Eminentia, dove trionfa l’arte moltiplicatoria nei ritmi grafici e nella successione della scultorea progettazione dell’impaginato.

 

 

BIOGRAFIA 

Antonio Freiles nasce a Vigliatore, Messina, nel 1943. Fin dagli anni Sessanta in fervido contatto e confronto con personalità della scena artistica internazionale come Alberto Burri, Michelangelo Pistoletto, Joe Tilson e Joseph Kosuth, Freiles dimostra tuttavia nelle sue opere un’interpretazione e una riflessione sull’arte del tutto personale, silenziosa ed interiorizzata, muovendosi all’interno di una ricerca intellettuale che indaga i limiti dei mezzi artistici amplificandone le possibilità in originali ed innovative formule espressive. Dai primi anni Settanta l’artista partecipa a numerose rassegne internazionali quali le Biennali di Ibiza, Cracovia, Lubiana, Bradford, Baden Baden e la XL Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1982; la X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e la Biennale di Grafica a Giza in Egitto. Espone in numerosissime mostre, personali e collettive, in Italia e all’estero tra le quali Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Palazzo Sormani a Milano, Palazzo Zanca a Messina; sue opere si trovano in importanti istituzioni e musei quali la Tate Gallery di Londra e il Leopold Hoesch Museum di Düren.

Attivo inoltre come operatore culturale nel far progredire gli scambi di informazioni fra la Sicilia e numerosi centri artistici nazionali e internazionali, Freiles è stato consulente artistico della Provincia Regionale di Messina ed ha organizzato presso il Museo Regionale di Messina le grandi rassegne di “Grafica Internazionale” collaborando con il British Council di Londra, con la Biennale di Grafica di Lubiana, con la Fondazione Maeght di Parigi, con il World Print Council di San Francisco. Ha organizzato a Palazzo Zanca di Messina nel 1983, una grande rassegna del Libro d’Artista insieme a Vanni Scheiwiller.

Di lui hanno scritto, tra gli altri, Guido Ballo, Lucio Barbera, Enrico Crispolti, Vittorio Fagone, Anna Guillot, Giovanni Iovane, Leslie Luebbers, Gianfranco Mantegna, Marco Meneguzzo, Sandro Parmiggiani, Francesco Poli e Tommaso Trini.